giovedì 28 febbraio 2013

ORGANIZZAZIONE DELLA CAMERA OSCURA

Il trattamento della pellicola in piccole taniche può essere effettuato quasi ovunque (dopo aver provveduto a caricare la tanica al buio). Ma la stampa su basi professionali richiede la disponibilità di una camera oscura permanente. Ci sono 4 fondamentali requisiti che deve avere una camera oscura:
  1. Deve essere perfettamente oscurabile
  2. Necessita di corrente elettrica, di n collegamento alla rete idrica e uno alla rete fognaria
  3. Deve avere una adeguata ventilazione e un sistema di riscaldamento controllabile
  4. La disposizione deve permettere la sicurezza del lavoro in una logica sequenza, e consentire un facile accesso.
Dovendo lavorare in modo in modo confortevole per lunghi periodi è necessaria sì l’oscurità, ma non bisogna escludere l’aerazione. E se più persone devono usare la camera oscura è necessario poter entrare e uscire senza danneggiare la produzione.

ALLESTIMENTO GENERALE DELLA CAMERA OSCURA

La grandezza del locale naturalmente dipende da quante persone la usano, quanto tempo hanno bisogno di starci e dal lavoro che vi è svolto. Una stanza che viene usata tutto il giorno da una sola persona, potrebbe essere di 20 metri cubi ossia 2,5 x 3,0 e alta 2,8 metri, più 4 mq di superficie per usi aggiuntivi. La miglior soluzione per l’entrata è una trappola di luce o un labirinto. Questo impedirà alla luce di entrare, se viene opportunamente realizzato e finito in vernice nera opaca, e permette il passaggio senza dover aprire porte o tirare tende. E’ utile in particolare se si portano bacinelle per lo sviluppo o altro. Inoltre farà passare liberamente l’aria per la ventilazione. In qualche punto della  camera oscura bisogna inoltre istallare una pesa d’aria a prova di luce,o meglio un condizionatore d’aria. La temperatura ideale all’interno della camera oscura è di 20° C. Se invece siete costretti a usare una porta, assicuratevi che su di essa o su una parete vicino ci sia una griglia a tenuta di luce per il passaggio dell’aria.
All’interno dividete rigorosamente lo spazio in zona “asciutta” e una “bagnate”. Nella zona bagnata sistemate un vascone liscio in PVC con scarico d’acqua, profondo circa 15-20 cm e abbastanza largo da contenere almeno tre bacinelle per la stampa e quella più grande per il lavaggio. Installate un rubinetto con miscelatore di acqua fredda e calda in una posizione abbastanza elevata per consentire il facile riempimento di un secchio o di un contenitore alto. Un altro rubinetto d’acqua fredda deve poter essere collegato a u tubo flessibile, per portare acqua alla vasca di lavaggio o a una bacinella. Sotto il vascone potrebbe esserci una rastrelliera , e sopra una mensola dove appoggiare piccoli contenitori; a lato un ripiano con scolatoio in PVC per contenitori più grandi per sviluppi concentrati, fissaggio, ecc.
Il banco asciutto dovrebbe essere dal lato opposto, abbastanza lontano da evitare schizzi accidentali. Qui si possono sistemare ingranditore, carte per stampa, buste di negativi, come pure accessori vari, bromografo, timer, esposimetro, ecc. Sotto il banco si ricavano armadi chiusi per conservare il materiale sensibile. Su questo lato assicuratevi di avere grandi spazi di appoggio per le attrezzature e sulla parete vicino al banco bagnato uno spazio per le attrezzature termostatate comandate da interruttori montati a soffitto. Per la illuminazione di lavoro, istallate una lampada di sicurezza (luce rossa) non più vicina della distanza raccomandata, direttamente sopra la vasca di sviluppo. A meno che la camera oscura non sia molto piccola, montate un’altra lampada sospesa al centro del soffitto per l’illuminazione generale. Se necessario installate una terza lampada per illuminare un orologio murale o il timer per lo sviluppo. Collegate tutte le lampade di sicurezza con un interruttore generale vicino alla porta. Per la luce bianca usate una lampada a bulbo nel soffitto. Collegatela a un interruttore a parete, il cui contatto sia azionabile da un cavo orizzontale che corre lungo i muri della camera oscura all’altezza della testa. In questo modo potrete raggiungerlo facilmente e accendere la lampada per verificare i risultati dovunque vi troviate.
Scegliete una tinta per le pareti e il soffitto della camera oscura che sia più chiara possibile, preferibilmente bianco opaco. Posto che la stanza sia debitamente oscurata, i riflessi generalmente sono di aiuto. L’illuminazione di sicurezza sarà più uniforme e le condizioni di lavoro meno oppressive. Ma dipingete la parete intorno all’ingranditore in nero opaco, come l’entrata, perché qui si usa la luce bianca.
I banchi asciutti possono essere ricoperti in laminato chiaro e il pavimento di un materiale plastico senza giunte, resistente ai prodotti chimici. Evitate la possibilità di accumulo di polvere e sporcizia sulle pareti eliminando sporgenze, fili e tubi non indispensabili. I tubi d’acqua fredda in alto vicino al soffitto sono spesso un pericolo, in quanto accumulano un velo di condensa che poi gocciola. Le operazioni di asciugatura, di soluzioni dei prodotti chimici in polvere e tutti i viraggi di tono dell’immagine vanno effettuati fuori dalla camera oscura in una zona separata e ben ventilata.



L’INGRANDITORE

L’ingranditore è l’elemento più importante dell’attrezzatura per la stampa. Si presenta come un proiettore per diapositive montato verticalmente. Una lampada nella parte superiore illumina uniformemente da dietro il negativo mantenuto ben piano dal porta pellicola. Un obiettivo a distanza regolabile sotto al negativo mette a fuoco l’immagine ingrandita sul piano dell’ingranditore, dove si dispone la carta sensibile, tenuta bene in piano da un vetro o da un marginatore. Muovendo l’intera testa dell’ingranditore sulla colonna di supporto si modifica la misura dell’immagine sul piano di stampa. Regolando la distanza tra l’obiettivo e il si modifica la messa a fuoco. Cambiando l’apertura dell’obiettivo agendo sull’anello dei diaframmi si modifica la luminosità dell’immagine, proprio come nella macchina fotografica. Quando si sceglie un ingranditore, i punti da decidere sono:
  1. I formati del negativo che deve accettare
  2. L’obiettivo più adatto
  3. Il tipo di illuminazione
  4. Il massimo ingrandimento che si vuole ottenere
  5. Qualsiasi altra caratteristica extra , come i movimenti della testa

FORMATI

Un ingranditore solo per 35 mm è piccolo e meno costoso di uno di pari qualità adattabile a parecchi formati. Se usate anche macchine fotografiche per pellicola in rullo, prendete un ingranditore per il formato più grande dato che è adattabile per quelli più piccoli. Sarà necessario procurarsi porta pellicole nei diversi formati e obiettivi di diversa lunghezza focale per ottenere un’ampia gamma di formati di stampa, e se l’ingranditore ha l’illuminazione con condensatori anche questi devono essere cambiati.
Ingranditori per negativi 4x5” o 9x12 cm sono molto più grandi. Se si usano, è utile tenere un ingranditore solo per questi formati; molti li sfruttano anche per formati minori, ma diventa scomodo se si stampano diversi formati di negativi. Pochi ingranditori arrivano a negativi di formato 8x10” e sono estremamente costosi e voluminosi. Sono ovviamente adattabili al 4x5”.


OBIETTIVO

Un obiettivo per ingrandirsi è progettato per dare la massima risoluzione quando il soggetto è più vicino dell’immagine. Può così fare un lavoro migliore di un obiettivo da ripresa usato per ingrandimento sebbene, qualora sia necessario, si possa usare anche questo. In effetti la lunghezza focale è un compromesso. Se è troppo lunga, non si ottengono sufficienti ingrandimenti se non quando la testa dell’ingranditore arriva in alto alla colonna. Se è troppo corta, l’obiettivo rischia di non avere sufficiente potere di copertura, cosicché gli angoli dell’immagine appaiono poco nitidi e vignettati, cioè più chiari nella stampa, specialmente per forti ingrandimenti.
Inoltre è difficile posizionare l’obiettivo abbastanza vicino al negativo; e quando si fanno stampe piccole non c’è spazio sufficiente sotto l’obiettivo per le maschere.
Più grande è l’apertura massima, più facile sarà vedere e mettere a fuoco l’immagine, comunque le stampe molto raramente vengono esposte a questa apertura.


ILLUMINAZIONE

Il negativo deve essere illuminato uniformemente, ma più di questo è la qualità della luce diffusa o concentrata che influenza i risultativi stampa.
Con una testa a luce diffusa, il negativo appare come illuminato da una window-light o osservato contro il cielo velato. La maggior parte delle teste degli ingranditori per la stampa a colori sono a luce diffusa. Una testa a colori con tutti i filtri disinseriti si presta anche per stampe in bianco e nero; in più vi è il vantaggio che alcuni filtri possono essere usati per la carta a contrasto variabile.
La diffusione assorbe una gran quantità di luce e per rimediare a questo, molti ingranditori usano lampade al quarzo- iodio. Un filtro anticalore e un portalampada che riflette la luce a 90° sul negativo prevengono il surriscaldamento.
Un altro tipo di illuminazione diffusa è una testa a “luce fredda”. Funziona per mezzo di un piccolo trasformatore ad alto voltaggio ed è disponibile per formati da 35 mm a 10x8”. La testa a condensatori dà una illuminazione concentrata. Il portalampade contiene una o più lenti convergenti semplici molto grandi che raccolgono la luce divergente da una lampada al tungsteno e la fanno convergere a fuoco, attraverso il negativo, nell’obiettivo. Il negativo appare all’obiettivo come se venisse illuminato posteriormente con un fascio di luce intensa  e concentrata. Questa luce diretta ha l’impostante effetto di rendere le immagini proiettate leggermente più contrastate che con la luce diffusa. Questo si chiama effetto Callier. L’illuminazione a condensatori tende anche a evidenziare le imperfezioni sulla superficie del negativo, come graffi e polvere. L’aumento del contrasto mette in risalto i dettagli più fini, ma rende più evidente anche la grana. L’effetto massimo del condensatore si ottiene con una sorgente puntiforme, come una piccola lampada da proiezione. Questo è utile per forti ingrandimenti, dove si vuole che ogni più piccolo particolare appaia nitido. Una sorgente puntiforme è però scomoda da usare; per ottenere un’illuminazione uniforme bisogna riposizionare la lampada e i condensatori per ogni cambio di dimensione della stampa. A meno che non si usi l’obiettivo a grande apertura, si verificano vignettature, così che l’intensità della luce va controllata attraverso un reostato.
Gli ingranditori con testa a condensatori sono comunque un compromesso. Usano una lampada opalina al tungsteno che i condensatori mettono a fuoco come un fascio di luce nell’obiettivo. Questo permette di ottenere una vasta gamma di ingrandimenti senza riposizionare la lampada per ogni variazione. Si può anche diaframmare. Comunque, un sistema a condensatori, al contrario di quello a luce diffusa, necessita il riposizionamento della lampada o il cambio dei condensatori per ottenere una illuminazione uniforme del negativo:
  1. Quando le dimensioni della stampa cambiano notevolmente
  2. Ogni volta che si cambia la lunghezza focale dell’obiettivo dell’ingranditore ( nei due casi la distanza del negativo cambia considerevolmente)



















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