giovedì 28 febbraio 2013

COMPOSIZIONE DELL'IMMAGINE

Per realizzare una bella immagine devi compiere, prima dello scatto, un certo numero di operazioni, tutte necessarie e tutte importanti. Per regolare opportunamente la tua reflex, per prima cosa dovrai considerare il tipo, l'orientamento e la quantità di luce che colpisce il soggetto. Una buona padronanza dell'esposizione, però, non basta: l'immagine, infatti, può essere perfettamente nitida, con tempi e diaframmi regolati alla perfezione, ma se l'inquadratura è mal composta, non potrai considerarla veramente riuscita. Una bella composizione nasce dal giusto rapporto tra gli elementi che costituiscono la scena inquadrata: cosa sia questo "giusto rapporto" cercheremo di spiegarlo con qualche regoletta e, soprattutto, con numerosi esempi pratici che valgono molto di più delle astratte teorie.
Il bilanciamento degli elementi
Per ottenere una corretta composizione, tutti gli elementi presenti nell'inquadratura dovranno essere, per così dire, bilanciati fra loro. È un concetto piuttosto difficile da spiegare a parole ma che, però, puoi comprendere immediatamente osservando una foto ben composta ed una convenzionalmente "sbagliata".
Se gli elementi dell'immagine sono mal distribuiti, ad esempio posti tutti sulla destra dell'inquadratura, si creerà un vuoto dal lato opposto: in questo caso la fotografia, come si dice comunemente, "penderà" a destra. Le regole compositive sono semplici, e ne illustreremo qualcuna, anche se un'armoniosa composizione è basata non solo sulla fredda applicazione di canoni geometrici. Con la pratica e con qualche rullino sprecato l'inquadratura diverrà per te un'operazione rapida ed istintiva; ma non dimenticare mai che ogni regola, specialmente in campo artistico, ammette delle eccezioni.
Al lavoro!
Il primo lavoro di composizione si compie ad occhio nudo. Successivamente, ed è la fase più difficile, dovrai comporre l'immagine isolando la sezione di campo visivo che ha attratto la tua attenzione con un obiettivo di focale adatta. La composizione dell'immagine avviene nel mirino della fotocamera che, per così dire, consente una visione parziale della realtà che ci circonda, isolandolo dal resto. Con le fotocamere compatte l'inquadratura avviene attraverso un mirino separato. Come abbiamo visto in precedenza, ciò può causare errori di inquadratura perché l'oculare vede il soggetto da un punto di vista leggermente diverso rispetto alla reale visione dell'obiettivo. Questo difetto, chiamato errore di parallasse, diminuisce con l'aumentare della distanza soggetto-obiettivo e diventa praticamente irrilevante per elementi disposti ad oltre i 4 o 5 metri dalla fotocamera. Le reflex consentono una composizione più accurata dell'inquadratura perché ciò che si vede nel mirino è esattamente quello che impressionerà la pellicola.
La regola dei terzi
Consiste nel dividere idealmente l'immagine in tre parti uguali, sia verticalmente che orizzontalmente, e collocare poi il soggetto che interessa vicino a uno dei quattro punti di intersezione delle linee divisorie o lungo di esse. Gli esempi fotografici riportati in queste pagine ti chiariranno il concetto. Per applicare la regola dei terzi in modo istintivo è necessaria un po' di pratica, ma una volta assimilato il principio, la sua applicazione è molto veloce.

La regola dei terzi
Esistono diverse regole, o meglio principi, da seguire per una buona composizione. La più semplice da applicare ma anche quella con migliori risultati è indubbiamente la regola dei terzi
Una importante tendenza della natura umana è quella di ricercare sempre la simmetria. Questo porta molti fotografi a cercare di centrare perfettamente i soggetti nelle immagini.
Questa naturale tendenza spesso si trasforma in un errore nella fotografia.
La regola dei terzi si basa su un semplice principio: divedere immaginariamente l'inquadratura in 3/3, sia orizzontalmente sia verticalmente, tracciando appunto delle rette parallele alla base e all'altezza.
I punti di intersezione delle rette definiscono un rettangolo centrale, definito Zona aurea
Centrando un soggetto nel rettangolo centrale, potremmo notare che l'immagine manchi di qualcosa, di incanto.
Sfruttando invece i quattro angoli della Zona aurea, potremo donare un aspetto completamente diverso alla nostra immagine.
Come funziona.
Il concetto è semplice: collocare i soggetti, principali e non, in corrispondenza degli angoli ma seguendo qualche semplice regola.
Innanzitutto dobbiamo stare attenti a non "occupare" tutti e quattro gli angoli altrimenti porteremo solamente confusione perchè nessun soggetto dominerà sull'altro.
La teoria indica che il soggetto principale e quello secondario dovranno essere nei 2 angoli opposti; in questo modo si creerà anche una immaginaria linea diagonale che rafforzerà ancor più entrambi gli elementi, portando la nostra attenzione dal soggetto principale a quello secondario.
Con sfondi composto da linee orizzontali, come i paesaggi ad esempio, la regola dei terzi sarà fondamentale per una buona riuscita della nostra immagine.
In questi casi dovremo collocare la linea dell'orizzonte in corrispondenza di una delle 2 linee orizzontali, a seconda dell'elemento che secondo noi è più interessante, cioè il cielo o ciò che vi è sotto.
E' facile vedere, nel caso di paesaggi, come l'immagine avrebbe perso "carattere" se la linea dell'orizzonte si fosse trovata al centro.
Lo stesso principio vale ovviamente per soggetti "verticali"
I ritratti anche si prestano molto alla regola dei terzi. Collocando difatti l'elemento da risaltare in uno degli angoli, si darà maggior interesse a questo. L'eventuale elemento secondario dovrà essere collocato all'angolo opposto, sebbene nei ritratti non sia sempre possibile.
La regola dei terzi, comunque, non è una legge ma piuttosto un riferimento compositivo, quando applicabile.
Ci sono molti casi in cui la regola dei terzi NON deve essere seguita. Un caso tipico è la fotografia macro, ad esempio una macro di un fiore.
Per far pratica, provate comunque più scatti, spostando i soggetti tra gli angoli; vi permetterà di capire man mano quando e come utilizzarla!
La regola dei terzi è forse il più noto principio della composizione fotografica. E ‘una delle prime cose che i fotografi digitali in erba apprendono nelle classi di fotografia, ed è la cosa giusta, poiché è la base per scatti ben equilibrati e interessanti. Ovviamente, le regole sono fatte per essere spezzate: quindi scattare un’immagine che non segue la regola dei terzi non significa necessariamente comporre in maniera squilibrata o poco interessante una foto. Tuttavia se si ha intenzione di rompere una regola si dovrebbe sempre impararla prima, così da capire davvero quando è efficace infrangerla! In cosa consiste la regola dei terzi? Il principio fondamentale alla sua base è di immaginare l’immagine in terzi (sia in orizzontale che in verticale) in modo da avere 9 riquadri. La parte importante dell’immagine sono le intersezioni della griglia: è su uno di questi punti che va inserito la parte interessante dello scatto, il punto focale. Nel nostro esempio, lo sguardo della modella. Si può comunque utilizzare anche le linee. Nel fotografare paesaggi, per esempio, l’orizzonte dovrebbe essere sulla linea orizzontale inferiore, se si vuole dare risalto al cielo, o su quella superiore, se si vuole escludere il cielo e sottolineare il paesaggio.Vari studi hanno dimostrato che durante la visualizzazione di immagini gli occhi della gente di solito tendono a fissarsi sui punti di intersezione piuttosto che sul centro dello scatto - così che la regola dei terzi è soprattutto una questione “naturale”.

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